Viaggio nella memoria: 25 aprile, occasione di rievocazione storica e di racconto umano
Posted on 29. Apr, 2016 by admin in Caffè letterario
“Una volta era l’amore della famiglia ciò che ci rendeva felici ed è stato questo amore ad ispirare le mie memorie, senza alcuna velleità artistica, non sono infatti una scrittrice, sentivo solo il desiderio di trasferire a mio figlio lo stesso amore che ho recepito e assorbito durante la mia infanzia“.
Inizia con queste parole, il bellissimo racconto di Rosa Maria Cuzzocrea, autrice di “1943 – ULTIMO RIPATRIO“, saggio presentato al Circolo Meli il 25 aprile scorso, in seno alla mostra fotografica e documentaria “Lo sbarco degli Alleati in Calabria“, con la quale si è voluto rievocare il periodo drammatico della Seconda Guerra Mondiale e, nello specifico, della guerra che italiani ed eritrei combatterono contro gli Inglesi.
La Sig.ra Cuzzocrea, nata ad Asmara durante il colonialismo italiano in Africa, e successivamente costretta a ritornare in Italia a causa proprio della guerra in Eritrea, ha riportato alla luce, visibilmente emozionata, i “ricordi del cuore“, che sono stati racchiusi in una scatola di latta, fedelmente riprodotta al fine di esprimere la genuinità dei tempi, quando nonostante il dolore e le difficoltà esistenziali, bastava poco per essere felici.
Ad accompagnare la Sig.ra Cuzzocrea nel viaggio della sua memoria è stata la socia Patrizia Pansera la quale, dopo aver ascoltato la poesia di Giuseppe Colzani, “Avevo due paure”, dalla voce del Presidente Pasquale Pizzi, che ha introdotto la conversazione accennando alla commemorazione del 25 aprile, ha evidenziato l’importanza di rammentare ai presenti una pagina di storia dimenticata, che costò la vita a migliaia di persone.
“Il viaggio ad Asmara, che vuol dire “bosco fiorito“, fu dovuto alla forte propaganda fascista e molti italiani emigrarono, tra cui i miei zii e mio padre”, le parole della Sig.ra Cuzzocrea si mescolano alle immagini dei video e alla lettura di alcuni brani del libro che ripercorrono la storia umana di tanti connazionali che, prima della guerra e successivamente ad essa, condivisero, con la stessa intensità dell’autrice, gioie e sofferenze di un periodo storico indimenticabile.
“Durante il viaggio da profughi, ammassati lì – e capisco la povera gente che espatria – strappati dalla nostra casa, dopo essere stati raccolti in un campo di concentramento, facemmo un viaggio di circumnavigazione dell’Africa. Arrivammo finalmente a Reggio Emilia… perché non potevamo sbarcare a Reggio Calabria, dove la guerra era in corso…”: il tempo scorre, gli eventi si susseguono fino a ritornare alla vita di tutti i giorni. Rimane però, in fondo al cuore, la nostalgia di non aver più rivisto Asmara e il desiderio di tornarci un giorno; sulle note di “Ritornerai“ di Bruno Lauzi, nativo di Asmara e trapiantato a Genova, si conclude la serata, lasciando in tutti i presenti il senso di calore e l’umanità trasmessi da una donna che visse sulla propria pelle l’assurdità della guerra.